Three reasons why: Circe di Madeline Miller


Titolo: Circe
Titolo originale: Circe
Autore: Madeline Miller
Traduzione: Marinella Magrì
Data di pubblicazione: 14 febbraio 2019
Genere: Narrativa 
Editore: Sonzogno
Pagine: 416


TRAMA

Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare. Poggiando su una solida conoscenza delle fonti e su una profonda comprensione dello spirito greco, Madeline Miller fa rivivere una delle figure più conturbanti del mito e ci regala uno sguardo originale sulle grandi storie dell’antichità.


Non bisogna aver letto tutta l’Odissea per aver sentito parlare di Circe, la maga abitante dell’isola di Eea che Odisseo incontra durante le numerose avventure per far ritorno a Itaca, dopo la fine della Guerra di Troia.

Tuttavia l’Odissea non ci offre un quadro dettagliato su chi davvero sia questa dea, poiché sentiamo parlare di lei solo in relazione alle imprese “eroiche” di Odisseo, protagonista incontrastato dell’omonimo poema omerico.

Madeline Miller, con uno sguardo commovente, ci offre la storia di una dea che prima di essere tale è una donna costretta a subire le decisioni degli uomini.
Di seguito, vi lascio i tre motivi per i quali leggere questo libro.



1. «Le donne umiliate mi sembrano il passatempo preferito dei poeti. Quasi non possa esistere storia senza che noi strisciamo o piangiamo 

Il primo motivo è relativo al messaggio potente che questo romanzo lancia: la lotta delle donne per essere considerate persone complete senza per forza essere associate a un uomo dura da millenni. Risulta quasi impossibile, scorrendo le pagine del libro, credere che Circe sia un personaggio mitologico: in lei ho rivisto tratti reali, sentimenti veri, sofferenze autentiche.
Ogni volta che leggo di mitologia greca ho la conferma di quanto gli albori della letteratura abbiano origine proprio lì, in una religione politeista che ha fatto degli dei i responsabili di ogni patimento degli esseri umani sulla Terra.

2. «Abbassai lo sguardo sul mio corpo nudo alla luce delle fiamme, e cercai di immaginarlo con su scritta la sua storia: il palmo con il segno del fulmine, la mano mancante delle dita, le migliaia di tagli causati dalla mia magia, le rughe cartilaginee del fuoco di mio padre, la pelle del viso simile a una candela sciolta a metà. E solo per menzionare le cose che avevano lasciato un segno

Il secondo motivo che mi spinge a consigliarvi questo libro è la capacità dell’autrice di far arrivare tutta la sofferenza derivante dall’immortalità di Circe. Si penserebbe che i patimenti siano la punizione inflitta dagli dei agli uomini per evitare che potessero diventare autosufficienti e indipendenti dalla fede nel divino, eppure Circe ci fa arrivare quanto la mortalità possa essere una salvezza, piuttosto che una condanna. Anche gli dei soffrono, solo che i segni del dolore vengono cancellati via da un corpo che si autorigenera e i ricordi del male che si è compiuto non rimangono un monito costante, poiché l’immortalità li rende lontani e insignificanti. Circe non si adegua a tutto questo: gli sbagli commessi pesano su di lei ogni giorno, così come la mancanza di un briciolo di affetto da parte dei suoi genitori e dei suoi fratelli.

3. «Odisseo, figlio di Laerte, il grande viaggiatore, principe dell’inganno e dell’astuzia e dei mille espedienti. Mi aveva mostrato le sue cicatrici, e in cambio mi aveva permesso di fingere che io non ne avessi alcuna

Il terzo motivo per cui vi consiglio questo romanzo: la figura di Odisseo non viene idealizzata. Ho ripetuto più volte quanto egli sia il personaggio che tollero meno della mitologia greca e nelle parole di Madeline Miller emerge tutto quello che ho sempre pensato di questa figura.
Odisseo arriva a Eea in un momento in cui Circe è estremamente indurita dalla vita sull’isola: dopo il primo tentativo di violenza sessuale da parte di alcuni marinai la dea ha affinato le sue arti magiche e, al primo segnale di meschinità, trasforma in animali quelli che uomini non erano già da prima. Ma Odisseo è diverso: si mostra a lei in maniera schietta, la riconosce come donna completa, le offre la tregua che lei tanto desiderava. Nei suoi infiniti racconti sulle sue imprese Circe coglie la malvagità dietro l’eroismo, l’avidità dietro le conquiste. Eppure non se ne fa carico: lei è una semplice parentesi nella vita di lui e lui rappresenta lo sguardo sul mondo di cui Circe, con l’esilio, è stata privata. Quando sono insieme, noi leggiamo solo di un uomo e una donna che vivono assieme un periodo limitato delle loro vite, destinate a non incrociarsi mai più. Spetterà a Telemaco, il figlio di Odisseo, offrire un resoconto dettagliato sulle numerose mancanze di colui che è universalmente considerato l’eroe omerico per eccellenza.

Spero di avervi incuriositi a sufficienza con questi spunti di riflessione. Per chi di voi non si fosse ancora approcciato ai romanzi di questa autrice, non perdetevi questa rivisitazione del mito di Circe, è davvero in grado di ammaliare.
A questo punto non mi resta che leggere il suo primo romanzo, La canzone di Achille.


A PROPOSITO DELL'AUTRICE:
Madeline Miller è nata a Boston, ha un dottorato in lettere classiche alla Brown University e ha insegnato drammaturgia e adattamento teatrale dei testi antichi a Yale. Attualmente vive a Narberth, Pennsylvania, con il marito e due figli. Il suo primo romanzo, La canzone di Achille (Sonzogno 2013), è stato un successo internazionale, ha vinto l’Orange Prize ed è stato tradotto in venticinque lingue. Pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel 2018, Circe ha scalato le classifiche dei libri più venduti del New York Times e del Sunday Times ed è stato “libro dell’anno” per le principali riviste letterarie americane.

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