Recensione: La consuetudine del buio di Amy Engel

 




Titolo: La consuetudine del buio
Autore: Amy Engel
Titolo originale: The familiar dark
Traduzione: Alba Bariffi
Data di pubblicazione: 18 marzo 2021
Genere: Thriller
Editore: Harper Collins
Pagine: 288



TRAMA


Eve Taggert non è estranea al lato oscuro della vita. È sopravvissuta a una famiglia disastrata e a una madre dura e spietata che non le ha certo insegnato la tenerezza, e adesso vive nella precarietà in una piccola cittadina sperduta nei Monti Ozark. Nonostante questo, non ha mai fatto mancare nulla a sua figlia di dodici anni, Junie. L’ha cresciuta da sola, a dispetto di tutto, lottando ogni giorno per darle la vita che lei e il fratello non sono mai riusciti ad avere. Comprensione, sostegno, amore. Finché, in una mattina livida e fredda, Junie viene trovata nel parco giochi cittadino, stesa accanto alla sua migliore amica. Abbandonate come bambole rotte, la gola tagliata. Le ricerche della polizia finiscono presto in un vicolo cieco, ma Eve non ha intenzione di rassegnarsi. Deve scoprire chi ha ucciso la figlia. La sua ricerca di giustizia la trascina dai bassifondi della città fino alla solitudine dei boschi. Ma più di tutto, la riporta alle lezioni di vita della madre. Perché Eve avrà bisogno di tutta la crudeltà che le è stata insegnata per scoprire la verità. La consuetudine del buio è una storia sul legame indissolubile fra una madre e una figlia. È una storia di vendetta, è una storia di coraggio. E di come, a volte, anche il più oscuro e terrificante dei luoghi può darci il senso di protezione di una casa.



RECENSIONE


Eve Taggert vive per sua figlia Junie, e non è un modo di dire. Ha soli 30 anni, ma ha alle spalle una storia fatta di soprusi e abusi, di dipendenza e maltrattamenti, di fame e povertà. Insieme a suo fratello Cal, unico punto fermo della sua infanzia, Eve ha arrancato giorno dopo giorno lungo una strada impervia, per giungere infine ad allontanarsi da sua madre. Pensa ancora a quest'ultima come una madre, ma sa che per sua figlia Junie non può essere come la madre che è toccata a lei.

Junie è arrivata per caso, ma lasciarla nella sua vita è stata una scelta. E, in virtù di quella scelta, Eve ha posto dei punti fermi: non sarebbe diventata come sua madre, avrebbe sempre messo Junie al primo posto, non avrebbe mai incoraggiato un legame tra nonna e nipotina. 
Junie viene prima di tutto e tutta l'oscurità che sente di avere dentro è messa a tacere dal raggio di luce che è sua figlia. 

Ma quella luce si spegne, durante una giornata di aprile ammantata da una neve insolita. Junie viene ritrovata barbaramente uccisa insieme alla sua migliore amica Izzy.
All'improvviso, senza un'apparente ragione. Il drammatico evento mette in primo piano il divario tra le due famiglie coinvolte: da un lato Eve, la sua famiglia disastrata, suo fratello che nel frattempo è diventato un poliziotto; dall'altro Zach e Jenny, genitori della piccola Izzy, appartenenti al lato più benestante della città. Una coppia modello, devastata dal dolore e incredula di fronte alla tragedia.

È a questo punto che il personaggio di Eve emerge in tutta la sua potenza narrativa: lei, la morte di sua figlia, in qualche modo se l'aspettava. O meglio, sapeva che qualcosa sarebbe successo, avvertiva che le tenebre della sua famiglia avrebbero trovato il modo di raggiungere anche Junie. Eve lo sa, fin dentro le ossa: questa morte è legata a lei e alla terribile vita a cui è stata abituata sin da piccola.
Ma sa anche un'altra cosa: con la morte di sua figlia, è morta anche la parte di lei che cercava di essere migliore e aggrapparsi alla luce. Con la morte di sua figlia, l'oscurità può nuovamente agire indisturbata. E il suo obiettivo non è affidarsi alla giustizia, bensì trovare il colpevole e farsi giustizia da sola. Per fare questo, è necessario ritornare all'origine e accettare la consapevolezza che Eve ha sempre avuto: gli insegnamenti brutali di sua madre sono radicati dentro di lei.

La verità è che a questo mondo non esiste un modo sicuro di essere femmina. Se ti fai sentire, se dici di no, se difendi le tue posizioni, sei una stronza e un'arpia, e qualunque cosa ti succeda è colpa tua. Te la sei voluta. Ma se sorridi, dici di sì, sopravvivi con la cortesia, allora sei debole e senza speranza. Un bersaglio facile. Una preda in un mondo di predatori. Per le donne non ci sono alternative senza rischi, non ci sono scelte che non tornino indietro a colpirci in faccia.


La consuetudine del buio mi ha lasciato sensazioni contrastanti. È una lettura che ho divorato, ma ho volutamente lasciato passare qualche giorno prima di scriverne una recensione, nella speranza di schiarirmi le idee.
Ne ho adorato il ritmo narrativo e i personaggi. Fra tutti, proprio Eve è magnetica e indimenticabile. Ho amato molto anche la scelta di farne una storia al femminile: pur comparendo nell'arco della narrazione, gli uomini restano sullo sfondo. Sono le donne, in tutti i momenti del ciclo della vita, a farla da padrone.
Gli aspetti del romanzo che non mi hanno soddisfatta sono due: la scoperta del colpevole e il movente. Ho intuito sin dalle prime pagine l'identità del carnefice, e questo in sé non avrebbe rappresentato un problema. Tuttavia, nello scoprire il movente mi sarei aspettata un colpo di scena che compensasse la mancanza di stupore circa il colpevole. Anche l'epilogo è stato abbastanza prevedibile.
Un buon thriller insomma, con grandi potenzialità che però si sono un pò smorzate strada facendo.

Ringrazio la casa editrice per la copia digitale in omaggio.


A PROPOSITO DELL'AUTRICE:
Nata in Kansas, dopo un'infanzia trascorsa in diversi paesi del mondo si è stabilita a Kansas City, in Missouri, dove vive tuttora con il marito e due figli. Prima di diventare scrittrice a tempo pieno, è stata avvocata penalista.







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