Recensione: La ricetta del cuore in subbuglio di Viola Ardone



Titolo
: La ricetta del cuore in subbuglio
Autore: Viola Ardone
Data di pubblicazione: 24 maggio 2012
Genere: Narrativa
Editore: Salani
Pagine: 282


TRAMA

Esiste una cura per guarire le nostre inadeguatezze, i nostri amori sbagliati? Dafne è architetto, vive a Milano, è sicura di sé e indipendente, e cerca questa cura nelle leggi e nei simboli della matematica, provando a calcolare gli algoritmi delle emozioni. Ma la sua infanzia è rimasta nascosta da qualche parte. Non ha ricordi. Qualcosa si è incastrato in lei. Decide di andare da un’analista che le suggerisce di voltarsi indietro per tornare a cercare quella bambina che da qualche parte si è perduta dentro di lei, di tenerla per mano e di provare ad ascoltare la sua voce...
Attraverso il filo dei ricordi, la Dafne adulta ritrova la Dafne bambina, la sua città, Napoli, la sua famiglia. Non sarà facile questo incontro, perché quello che Dafne bambina ha da raccontare è ora commovente e tenero come il dolce della domenica, ora inquietante, come incubi in una camera buia… e sarà proprio laggiù, in un’infanzia che ha i colori, i sapori e i suoni del Sud, che Dafne scopre una ricetta, semplice ed efficace come quelle imparate dalle nonne sedute in cucina nei loro grembiuli conditi di odori e sapori. Una ricetta semplice e speciale per guarire dalla nostra inadeguatezza, per ascoltarsi, capirsi, affrontarsi e, ogni tanto, anche perdonarsi.


RECENSIONE


Romanzo di esordio di Viola Ardone, secondo romanzo dell'autrice che leggo: La ricetta del cuore in subbuglio mi ha convinta di più rispetto a Il treno dei bambini

Prima dell'estate scorsa mi sono approcciata per la prima volta a questa scrittrice, catturata dalla trama e dallo spaccato di storia che Il treno dei bambini prometteva di approfondire. Tuttavia, non mi aveva convinta la caratterizzazione del protagonista, né il finale del romanzo. 

Ero quindi un pò timorosa di immergermi nel suo esordio, ma ho voluto dare un'altra possibilità alla prosa particolare di Viola Ardone, complice la recentissima ripubblicazione, da parte della casa editrice Salani, in una nuova veste grafica. 

Quello che del romanzo balza immediatamente all'occhio è il titolo: qual è la ricetta di un cuore in subbuglio? Perché un cuore può essere in subbuglio? Come si fa a farlo tornare tranquillo? 

La protagonista è Dafne Adami, che ci viene presentata in due vesti. Da un lato c'è la Dafne adulta, un architetto affermato che vive a Milano; dall'altro c'è la Dafne bambina, che vive a Napoli con i suoi genitori. I capitoli si alternano su questi due piani temporali, ma non è solo il tempo ad essere differente: lo è la grafica, lo è il lessico e lo è anche la scrittura. 
Questo è l'aspetto che ho apprezzato maggiormente. Ho percepito nettamente che a parlare in alcuni momenti era una bambina e in altri una donna adulta. Un'adulta che ha scelto i numeri, e l'ordine che essi garantiscono, come stile di vita, al punto da creare una personale matematica dei sentimenti. 

Questa matematica dei sentimenti aveva regole precise e rigorose: l'amore non poteva essere diviso, ma solo moltiplicato. Il suo segno era il per. Il tempo era un più, si poteva solo aggiungere. Le scelte erano sempre sottrazione, erano un meno.

Dafne applica la logica dei numeri ad ogni aspetto della sua vita, ma l'inizio del romanzo ci offre da subito una condizione che i numeri non possono governare: Dafne ha con sé un test di gravidanza e aspetta di capire se sarà positivo o negativo.
Da subito l'autrice ci presenta quindi una crepa nell'armatura splendente della sua protagonista: Dafne è super efficiente, Dafne programma tutto ma, davanti all'imprevisto, emergono di colpo tutte le fragilità e le insicurezze che si porta dentro.

Perchè gli esseri umani sono così irrazionali, perchè si comportano in modi così imprevedibili? Oppure sono io che continuo a travisare la realtà? Detesto questa mia imperfezione, la solitudine che si impossessa, organo dopo organo, di ogni singolo pezzo del mio corpo, come le tessere del domino in caduta libera. Le parole che so, che sono scritte da qualche parte dentro di me, io non riesco nemmeno a pronunciarle. Dove sono stata, per tutto questo tempo? In nessun posto, mi sembra...


E allora forse non è così sbagliata la convinzione che la psicoanalisi da sempre cerca di portare avanti: è nell'infanzia che bisogna scavare, è all'infanzia che bisogna tornare per scoprire i numerosi perché del nostro presente. E con Dafne torniamo nella sua casa d'infanzia, alla nascita di suo fratello e ai silenzi sempre più frequenti dei genitori, alla tabellina dell'otto che ha dato origine a tutte le sue convinzioni. 

C'è sempre un perché se siamo chi siamo e c'è sempre un motivo se scegliamo di non fermarci a ripensare al passato. Ma l'imprevisto nella vita è sempre dietro l'angolo. E forse non sempre una scelta implica per forza il segno meno. A volte per arricchirsi basta legittimarsi a guardare indietro, riconoscersi e fare poi un passo in avanti.

Ringrazio la casa editrice Salani per la copia digitale del romanzo.



A PROPOSITO DELL'AUTRICE:
Viola Ardone (Napoli 1974) è laureata in Lettere e ha lavorato per alcuni anni nell'editoria. Autrice di varie pubblicazioni, insegna latino e italiano nei licei. Fra i suoi romanzi ricordiamo: La ricetta del cuore in subbuglio (2013) e Una rivoluzione sentimentale (2016) entrambi editi da Salani.








Commenti