Recensione: Una stanza piena di gente di Daniel Keyes


Titolo: Una stanza piena di gente
Titolo originale: The minds of Billy Milligan
Autore: Daniel Keyes
Traduzione: Natalia Stabilini, Isabella C. Blum
 Data di pubblicazione: 19 novembre 2009
Genere: Biografia
Editore: Nord
Pagine: 544


TRAMA

Il 27 ottobre 1977, la polizia di Columbus, Ohio, arresta il ventiduenne Billy Milligan con l'accusa di aver rapito, violentato e rapinato tre studentesse universitarie. Billy ha vari precedenti penali e contro di lui ci sono prove schiaccianti. Ma, durante la perizia psichiatrica richiesta dalla difesa, emerge una verità sconcertante: Billy soffre di un gravissimo disturbo dissociativo dell'identità. Nella sua mente «vivono» ben 10 personalità distinte, che interagiscono tra loro, prendono di volta in volta il sopravvento e spingono Billy a comportarsi in maniera imprevedibile. Nel corso del processo si manifestano il gelido Arthur, 22 anni, che legge e scrive l'arabo; il timoroso Danny, 14 anni, che dipinge solo nature morte; il violento Ragen, 23 anni, iugoslavo, che parla serbo-croato ed è un esperto di karate; la sensibilissima Christene, 3 anni, che sa scrivere e disegnare, ma soffre di dislessia; e poi Allen, Tommy, David, Adalana e Christopher. Così, per la prima volta nella storia giudiziaria americana, il tribunale emette una sentenza di non colpevolezza per infermità mentale. Tuttavia Billy rimane un rebus irrisolto fino a quando, durante il ricovero in un istituto specializzato, a poco a poco non affiorano altre 14 identità autonome, tra cui spicca «il Maestro», la sintesi della vita e dei ricordi di tutti i 23 alter ego. E proprio grazie alla sua collaborazione è stato possibile scrivere questo libro, che con la passione e lo slancio di un resoconto in presa diretta ricostruisce l'incredibile vicenda di Billy Milligan e ci permette di entrare in quella «stanza piena di gente» che è la sua psiche. Una visita che ci lascia sconvolti e turbati, ma che ci induce a riflettere sull'abisso nascosto in ogni uomo. Perché, come scrive lo stesso Billy all'autore: «Solo chiudendo la porta sul mondo reale, noi potremo vivere in pace nel nostro».


RECENSIONE


Questo libro è la descrizione reale, fino a oggi, della vita di William Stanley Milligan: il primo individuo nella storia degli Stati Uniti a essere stato dichiarato non colpevole di gravi crimini per ragioni di infermità mentale, in quanto affetto da disturbo da personalità multipla o disturbo dissociativo dell’identità.

Queste sono le parole iniziali con le quali lo stesso scrittore, Daniel Keyes, apre la prefazione al libro sulla vita di Billy Milligan, il primo – e unico – uomo al mondo a coesistere con ventiquattro personalità.

Non è un libro per tutti: lo consiglio infatti solo a chi è profondamente interessato alla tematica trattata. Ho scelto di aprire la recensione con questa premessa perché le pagine che dovrete affrontare non sono poche e solo se davvero sensibili all’argomento trattato vi risulteranno scorrevoli e indimenticabili.

La narrazione è strutturata secondo uno schema ben preciso, che io ho trovato ottimale per comprendere la vicenda legata al caso e soprattutto la vita di quest’uomo.

Nella prefazione l’autore specifica che a essere narrata sarà la vera storia di Billy, e per questo si può parlare di biografia. Lo stesso Billy ha contribuito alla stesura della storia, arricchita poi di tutti i dettagli derivanti dai verbali della polizia, le perizie e gli esami psichiatrici, le terapie seguite e le sentenze dei tribunali. La licenza poetica è presente solo nel racconto di alcuni episodi, volta a salvaguardare quella che era la situazione legale di Billy.

Vi è poi una sezione dedicata all’elenco delle ventiquattro personalità, con tanto di nomi e caratteristiche di ognuna. Ciò si rivelerà molto utile al lettore in seguito, perché con l’emergere di ogni personalità si ha la possibilità di tornare indietro e andare a leggerne le peculiarità e l’età.

Ma com’è stato possibile fornirci un racconto del genere, avendo a che fare con un uomo la cui coscienza era scissa in ventiquattro parti? Grazie a una figura identificata come “Il Maestro”, che rappresenta la sintesi e l’integrazione di tutte le altre personalità: è grazie al Maestro che si è potuti risalire a un resoconto dettagliato dell’infanzia di Billy e dei motivi che, secondo lui, sono stati alla base della scissione del suo io.

Il libro si compone di tre parti.
La prima parte inizia con l’arresto di Billy Milligan il 22 ottobre 1977; l’uomo è accusato di rapine e stupri ed è solo con i colloqui iniziali con i suoi avvocati difensori e, conseguentemente, con gli psicologi, che emergono elementi incongruenti nei suoi comportamenti. I lettori scoprono insieme agli esperti il segreto che Billy si portava dietro dalla sua infanzia: la presenza di più personalità, che emergono a poco a poco nel corso della vicenda. In questa prima parte il focus della narrazione è incentrato su tutti i tentativi attuati per capire se l’uomo fosse realmente affetto da una patologia psichiatrica o se stesse simulando.

La seconda parte è quella veramente fondamentale e utile alla comprensione della patologia: è un flashback molto lungo della vita di Billy a partire dalla sua infanzia. Come accennavo in precedenza, ciò è stato possibile grazie agli effetti del lavoro terapeutico, che hanno favorito l’emergere di una personalità integrata in grado di accedere ai ricordi e alle esperienze di tutte le altre personalità. La maggior parte degli eventi narrati dal Maestro sono stati sostenuti anche dal racconto delle persone che facevano parte della sua vita, e cioè parenti e amici che notavano incongruenze nel modo di comportarsi di Billy.

La terza e ultima parte si focalizza sulla ripresa del caso giudiziario e ormai mediatico legato alla figura di Billy e sulle procedure terapeutiche che lo hanno accompagnato per la maggior parte della sua vita fino a quel momento.

Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1981 e, in aggiunta, troviamo oggi una postfazione relativa all’anno seguente, con gli ultimi aggiornamenti del caso. Capirete quindi che non esiste una vera e propria conclusione, perché all’epoca Billy era ancora vivo e il suo caso non aveva smesso di suscitare scalpore. Le informazioni riguardanti quanto accaduto in seguito sono però facilmente reperibili su internet.

Ho trovato particolarmente interessante la nota dell’autore alla fine, che si focalizza sui risultati a due elettroencefalogrammi effettuati a Billy nel 1978, a distanza di poche settimane l’uno dall’altro. Diversi medici hanno concordato nel definire i tracciati “anormali”. Studi successivi sulle onde cerebrali registrate nei pazienti con disturbo da personalità multipla hanno condotto a importanti considerazioni, utili a comprendere anche il caso di Billy. Sembrava infatti che i due elettroencefalogrammi appartenessero a due persone diverse. Tra le varie personalità di Billy erano presenti anche dei bambini e sappiamo con certezza che le onde cerebrali tra adulti e bambini sono differenti: sembra che in Billy coesistessero entrambe le tipologie di onde.

Daniel Keyes è riuscito a impregnare di umanità un saggio sulla malattia mentale, focalizzandosi sulla sofferenza dell’individuo dietro la diagnosi. Come insegna Basaglia, è questo il punto di partenza a cui dovrebbe auspicare il trattamento della malattia mentale.

In definitiva, Una stanza piena di gente è la storia incredibile di una persona che conviveva con altre persone dentro di sé. Quello che lo stesso Milligan ha ribadito più volte nei numerosi incontri con lo scrittore è la necessità di far comprendere quanto gli abusi – sessuali e non – possano radicalmente cambiare la vita di un bambino, al punto da incidere sulla persona che diventerà in futuro. Questo è accaduto anche a lui.
Sia che si rimanga scettici davanti a questa storia, sia che invece ci si lasci convincere della sua veridicità, non si può rimanere indifferenti davanti alla sofferenza di un bambino.

La mattina successiva, prima di colazione, Chalmer andò in cucina, anche lui con l’aria di non aver dormito un granchè, e annunciò che lui e Billy sarebbero andati alla fattoria. C’era un mucchio di lavoro da fare.
Chalmer si diresse alla fattoria imboccando la strada secondaria, quella più lunga, senza dire una parola per tutto il viaggio. Aprì il garage e portò il trattore nel granaio. Poi Billy chiuse gli occhi. Sentiva male…

… in quel momento la sua mente, le sue emozioni e la sua anima si disintegrarono in ventiquattro parti.


A PROPOSITO DELL'AUTORE:
Daniel Keyes (1927-2014), laureato in psicologia e letteratura anglo-americana, ha insegnato a lungo, soprattutto a ragazzi con difficoltà di apprendimento. Proprio questo lavoro gli ha fornito lo spunto per il suo esordio narrativo, Fiori per Algernon: un successo mondiale, pubblicato in più di trenta Paesi e continuamente ristampato. A partire dagli anni ‘80, si è dedicato prevalentemente alla non-fiction e con Una stanza piena di gente ha ottenuto una nomination al prestigioso Edgar Award.




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