Recensione: L'anno in cui imparai a leggere di Marco Marsullo


Titolo: L'anno in cui imparai a leggere
Autore: Marco Marsullo
Data di pubblicazione: 22 ottobre 2019
Genere: Narrativa 
Editore: Einaudi
Pagine: 288


TRAMA

Niccolò ha venticinque anni ed è innamorato perso di Simona. Cosí quando lei, bella e inquieta, parte mollandogli suo fi glio Lorenzo, lui decide di prendersene cura, sebbene quel moccioso di quattro anni non lo abbia mai accettato e di notte lo sbattesse puntualmente fuori dal letto. Niccolò non ha mai fatto il padre, e non sa come gestire capricci, routine, amichetti che giocano a fi ngersi d’improvviso morti e primi batticuori. In piú, a complicare le cose, ci si mette anche il padre naturale. Riccioli scompigliati e chitarra in spalla, è arrivato dall’Argentina per incontrare il piccolo, e si è installato in casa senza alcuna intenzione di andarsene. Innamorati della stessa donna, lui e Niccolò si detestano, e il bambino non riconosce un ruolo a nessuno dei due. Eppure, giorno dopo giorno, tra litigi e partite a pallone, pigiama party e impreviste abitudini, questi tre «ragazzi» abbandonati imparano ad appoggiarsi l’uno all’altro, per sorreggersi insieme contro il mondo.


RECENSIONE


I figli sono di chi, senza pensarci troppo su e senza una garanzia, si innamora di loro, anche se hanno gli zigomi di un’altra persona.

Quando Simona decide di partire per svolgere il lavoro che ha sempre sognato, Niccolò non immagina neppure lontanamente che i suoi venticinque anni dovranno cambiare radicalmente modo di essere. Quella che è la sua ragazza da pochi mesi, infatti, ha un figlio di quattro anni che ha rifiutato dal primo momento la sua presenza nella loro famiglia a due. Lorenzo non vuole che Niccolò dorma nel lettone con lui, non ascolta i suoi consigli, spesso lo ignora e, soprattutto, gli impedisce di avere un ruolo che non sia quello di “fidanzato della mamma”.

La scelta di Simona di affidare suo figlio a Niccolò per un paio di settimane – che poi si trasformano in qualche mese e infine in un intero anno – coglie lui e Lorenzo del tutto impreparati. La vita di Niccolò si costella all’improvviso di routine, pasti da cucinare a una determinata ora, piatti da lavare, merende, serate a letto presto. Ed è impressionante come ogni singolo gesto sia una scoperta, che porta con sé domande, discussioni, capricci o fredda accettazione.

Perché noi adulti non ci domandiamo la normalità e non ci sorprendiamo per la banalità.
Ma al mondo, di banale, non c’è proprio niente.
Solo che questo, prima di incontrare Lorenzo, io non lo sapevo.

Come deve essere gestire un bambino quando nella vita ti sei solo confrontato con libri da scrivere e afflizioni che al massimo riguardavano un nuovo romanzo che non vuole saperne di prendere forma?

Lo scopriamo passo passo assieme a Niccolò, che non ci indora affatto la pillola: schietti sono i suoi pensieri, genuine le sue frustrazioni, sincero il sentimento che sta sviluppando per quel bambino che, nelle fattezze, gli fa pensare a un uomo che non è lui.

Un uomo che però, senza alcun preavviso, si presenta alla porta di Simona. Alto, con una massa di capelli indefiniti e una chitarra sulle spalle, Andrés è il papà di Lorenzo. È la prima volta che vede suo figlio e non si capisce bene se sia arrivato in Italia dall’Argentina per conoscerlo oppure se stia scappando da una vita che non lo soddisfa più.

E così, in un appartamento nel cuore di Napoli, tre ragazzi si ritrovano a dover condividere spazi ed emozioni. Niccolò non sa bene quale sia il suo ruolo a questo punto, ma è così importante averne uno? Lorenzo per lui sta diventando tutto e tanto basta. Andrés è meravigliosamente scanzonato in apparenza, e affronta la vita con quella leggerezza che in Niccolò viene spesso soffocata dal senso del dovere. Lorenzo, da parte sua, comprende subito che davanti a sé ha una strana situazione: la sua mamma è via, suo padre è con lui ma non lo conosce e Niccolò… beh, forse Niccolò è proprio colui che anche davanti ai suoi rifiuti continua a rimanergli imperterrito al fianco.

In un anno i tre imparano a diventare una famiglia, laddove famiglia significa un nucleo di persone che sanno chi sei, ti accettano per come sei e sono in grado di capire quando lasciarti sbattere una porta, suonare la chitarra a orari impensabili o farti un regalo che darà nuova linfa alla tua vita.

Con questo libro mi sono confrontata per la prima volta con la scrittura di Marco Marsullo e posso dirvi soltanto che ho già ordinato i suoi libri precedenti. Il suo stile narrativo è scorrevole e genuino, essenziale nell’arrivare dritto al cuore e suscitare riflessioni che il lettore si porterà dietro per la vita. Ho pianto, non lo nego. Ma ho anche riso fortissimo.

Una nota a parte merita il titolo del romanzo, quanto mai appropriato alla storia narrata: un ragazzo di venticinque anni che “impara a leggere” trascorrendo un anno con un bambino di quattro anni… esiste un concetto più meraviglioso? Imparare a leggere diventa imparare a gestire l’imprevisto, ad amare senza ricevere una conferma dall’altro ma semplicemente perché non se ne può fare a meno, a ridere di sé, a diventare responsabili di un’altra vita, a gioire della gioia su un altro viso dopo un regalo inaspettato. In altre parole, diventa imparare a conoscere la vita con gli occhi di chi guarda tutto da un’altra prospettiva.


A PROPOSITO DELL'AUTORE:
Marco Marsullo è nato a Napoli nel 1985. Ha esordito per Einaudi Stile Libero nel 2013 con Atletico Minaccia Football Club. Nel 2014 è uscito L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache; nel 2015, I miei genitori non hanno figli e, nel 2018, Due come loro. Insegna scrittura creativa in una scuola elementare della sua città.




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