Recensione: Tre. Ognuno ha i suoi fantasmi di Andrea Quintili


Titolo: Tre. Ognuno ha i suoi fantasmi
Autore: Andrea Quintili
Data di pubblicazione: 31 dicembre 2018
Genere: Narrativa 
Editore: Edizioni dal Sud
Pagine: 182


TRAMA


Chiara è una diciassettenne di periferia bella e intelligente, con la passione per la scrittura e un profondo vuoto nel cuore. Marco è un ragazzo silenzioso e imperscrutabile che ama starsene per i fatti propri, lontano dai rumori e dalle luci della città. Il loro incontro, fra tormenti e paure, innescherà una serie di eventi che porterà alla luce episodi di un passato oscuro fatto di droga, violenza e inquietudine. Chiara e Marco troveranno conforto nella condivisione e capiranno di non essere soli: ognuno ha i suoi fantasmi.


RECENSIONE


L’eroina non è giusta né consolante. Non sa quando è il momento di tacere un’orribile verità né quando ti deve raccontare una pietosa bugia. L’eroina è egoista, pensa solo a se stessa, nutrendosi del tuo sangue. 

Un monito, più che il focus del libro. Se è vero che Andrea Quintili è riuscito a racchiudere in 182 pagine la devastazione che una dipendenza come quella dall’eroina è in grado di generare, non bisogna però credere che questo sia un romanzo che fa della droga la sua protagonista.

I libri raccontano la vita, a prescindere dalla tematica che ogni autore sceglie di approfondire.
E ciò che racconta Andrea Quintili è la vita di Chiara, che si è costruita un’identità ancora in via di definizione, perché non conosce tutte le sue radici; è la vita di Marco, che ha trovato come unico modo di elaborare il dolore che ha dentro quello di procurarsene altrettanto fuori; è la vita di Vera, che si arrende al male a cui crede di essere destinata; è la vita di Elena, per la quale un solo attimo è bastato a farle rimpiangere la vita per cui aveva lottato. Ma è anche la vita di Gianni e Luisa, che si sono incontrati e riconosciuti in un parco e, invece di dimenticarsi, hanno cercato di farsi del bene.

La droga non è mai la vita, ricordatevelo. Ricordiamocelo. È scappatoia, è codardia, è arrendevolezza, è paura, è evasione, è dolore, è sofferenza, è capriccio, è dipendenza, è morte. Ma non è la vita.
E io in questo romanzo, in mezzo a tutta la bruttura che coinvolge e stravolge i protagonisti, ho trovato la vita, nonostante tutto.

Chiara è una ragazza che rimpiange di non essere nata in un’epoca in cui ai giovani fregava qualcosa del loro futuro. Detesta l’omologazione, le mode, le apparenze.
È durante un comizio improvvisato contro l’intorpidimento mentale dei suoi coetanei che capta, in mezzo a un mare di indifferenza, un sorriso in fondo a destra. Quello di Marco è un sorriso di consapevolezza e di riconoscimento. In Chiara ha visto qualcosa in grado di fargli dimenticare ciò che si porta dentro ogni giorno e quel sorriso gli è uscito spontaneo. E spontaneo è l’interesse di Chiara, una scintilla di comprensione che mai aveva provato in vita sua.

Dove li porterà questo primo incontro fugace? E come si intrecceranno alle loro vite quelle di Vera, sorella di Marco, che sembra aver preso un volo di sola andata verso la fine? E quella di Gianni, un poliziotto che ama le sue figlie più di ogni altra cosa al mondo, ma non riesce più a restare in una relazione ormai spenta? E quella di Luisa, diventata mamma quando ancora aveva bisogno di essere solo figlia? E ancora quella di Elena, che ha scelto di seppellire il suo vero nome e di sceglierne uno che le rammentasse ogni giorno una colpa non sua?

In meno di duecento pagine Andrea Quintili ha caratterizzato alla perfezione una costellazione di personaggi che si incontra, si scontra e si intreccia. Il presente di Chiara e Marco si alterna a un passato non meglio precisato, vissuto da persone che non vengono presentate subito al lettore con nome e cognome. È lo scorrere dei capitoli, brevi e fluidi, che aggiunge dettagli a un puzzle che va via via componendosi, fino a giungere a una conclusione necessaria a incastrare ogni singolo pezzo nella giusta posizione.

La scrittura di Andrea Quintili mi ha sorpresa, in un primo momento: è questo che mi accade quando per la prima volta leggo le parole di un autore che non conoscevo. Ma, pagina dopo pagina, mi ha ammaliata, conquistata, avvolta. Mi ha graffiato la pelle, facendosi strada fino al cuore. Mi ha fatta sanguinare, ma poi mi ha curato le ferite. Ho provato quello che hanno vissuto i suoi protagonisti, perché è riuscito a renderli reali e presenti al di là delle pagine del suo libro.

Sì, Tre. Ognuno ha i suoi fantasmi affronta un tema delicato come quello della dipendenza dall’eroina. Ma lo fa con la giusta schiettezza e il giusto riguardo, senza mai perdere di vista le vite di chi ne cade vittima. Non è solo sofferenza quella di Chiara, Marco, Vera, Gianni, Luisa ed Elena. C’è anche tanto amore, ricerca di aiuto, sorrisi a mezza bocca, perdono, rinascita e rivincita.

Tutto questo lo trovate in meno di duecento pagine, e continuo a sottolinearlo perché è raro che un libro entri così tanto sottopelle. E se riesce a farlo in un lasso di tempo così breve passato in compagnia di un autore e della sua storia, immaginate cosa succederebbe con tante parole in più a vostra disposizione. Io ci spero in un libro futuro, perché è certo che leggerò qualsiasi cosa esca dalla penna di Andrea Quintili.


A PROPOSITO DELL'AUTORE:
Andrea Quintili, Roma 30 novembre 1974. Diplomato perito industriale, nel 1997 si è arruolato nella Guardia di Finanza. Dal 1999 vive in provincia di Bari e alterna il lavoro alla lettura vorace di narrativa. Padre di due ragazze di 14 e 11 anni, è appassionato di cinema, running, musica rock e heavy metal.




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