Recensione: Mio fratello si chiama Jessica di John Boyne


Titolo: Mio fratello si chiama Jessica
Titolo originale: My brother's name is Jessica 
Autore: John Boyne
Traduzione: Francesco Gulizia
Data di pubblicazione: 10 settembre 2019
Genere: Libri per ragazzi 
Editore: Rizzoli
Pagine: 400


TRAMA

Cosa faresti se un giorno tuo fratello maggiore, il tuo idolo, la tua roccia, annunciasse di non chiamarsi più Jason ma Jessica? Di essere una ragazza e di essersi sempre sentita tale? È quello che succede a Sam, tredici anni, proprio quando l’adolescenza comincia a bussare alla porta, tra nuove amicizie e possibili amori. Il mondo per Sam si capovolge di colpo: non solo il fratello non è più lo stesso, quel fratello così popolare con le ragazze e così bravo a calcio, ma neanche i suoi genitori sono le persone aperte e tolleranti che lui ha sempre creduto di conoscere. Un romanzo di grande forza, che con empatia ma anche leggerezza e ironia racconta la difficoltà e l’importanza di accettare l’altro, sempre.


RECENSIONE


«Guarda che non è un lui solo perché lo dici tu» ha continuato la zia. «Se io mi mettessi a dire che tu sei un vaso da fiori, questo farebbe di te un vaso da fiori?»

Sam ha tredici anni e due genitori che vivono le loro vite in maniera parallela alla sua: scorrono accanto, ma non riescono a incontrarsi. Sua madre è un Segretario di Stato in lizza per candidarsi alla presidenza, suo padre è il suo braccio destro: le loro giornate sono scandite dalle riunioni, dalla programmazione dei discorsi pubblici, dalla lettura dei quotidiani, dall’ossessionante mostra di una vita e una famiglia perfette.

Tutto ciò è ben lontano da quel che accade nell’intimità delle mura domestiche, perché di perfetto loro hanno ben poco. Ma a Sam tutto ciò non pesa poi più di tanto, perché ha con sè il suo eroe, la sua persona preferita al mondo: suo fratello Jason. Con lui al suo fianco persino la dislessia che gli rende complicata la vita scolastica perde di senso: Jason è paziente, lo aiuta, lo ascolta, lo sostiene. Mai e poi mai potrebbe fare a meno di lui.

Ma se colui che ha sempre considerato un ragazzo fosse in realtà una ragazza? Se suo fratello, il suo modello di vita, fosse in realtà sua sorella?

Perché, un giorno, è proprio questo che Jason trova il coraggio di confessare alla sua famiglia: sin da piccolo, ha sempre vissuto come sbagliati i vestiti che indossava, i giocattoli che gli venivano regalati, i capelli corti. Quello che avrebbe tanto desiderato era indossare una gonna, giocare con le bambole, avere le trecce in testa. E ora, proprio nel pieno della sua adolescenza, Jason ha deciso di non mentire più a se stesso e agli altri, conducendo la propria vita in una veste che sente stretta e falsa. Sa che il cammino sarà lungo e arduo, ma la sua serenità vale più di ogni altra cosa.

John Boyne ha effettuato una scelta molto coraggiosa nel narrare questa storia: la voce narrante, infatti, non è quella di Jason, ma quella di suo fratello Sam – un ragazzino di tredici anni che si sente crollare il mondo addosso da un momento all’altro. Perché di fronte a queste situazioni non è solo la persona interessata a rivoluzionare la propria esistenza, ma anche chi le gravita attorno.

Sam non ha mai avuto la popolarità di Jason a scuola: prova imbarazzo nella lettura, impiega una vita per svolgere i compiti, non è bravo negli sport. Per questi motivi, ha sempre vissuto le giornate in un confortevole anonimato. Ma, dopo la rivelazione di Jason, anche la sua vita cambia: viene preso di mira dai bulli, ogni volta che cammina per i corridoi è accompagnato da un coro di sussurri, sono le risatine ad accogliere il suo ingresso in classe.  E l’amore sconfinato per Jason si trasforma in rabbia e tradimento.

Mio fratello si chiama Jessica ci viene presentato come un libro per ragazzi, ma è un libro sui ragazzi rivolto a tutti, grandi e piccoli.
Boyne ha saputo rendere cristallino quanto una società che si vanta di accogliere qualsiasi etnia e qualsiasi orientamento sessuale, rimanga invece interdetta di fronte alla disforia di genere. Sebbene infatti non rientri più tra i disordini mentali e comportamentali, si fa ancora fatica a comprenderla appieno e, soprattutto, ad accettarla. E, come sempre accade col nuovo che ci spaventa perché sconosciuto, la reazione primaria è quella di rifiuto, allontanamento, derisione.

In questo libro non è solo Jason a intraprendere un nuovo percorso di vita: i suoi genitori e suo fratello avranno a loro volta molto da rimettere in discussione, arrivando infine a un’illuminante consapevolezza: solo quando ci si rende conto appieno dell’importanza di stare bene con se stessi si è pronti a comprendere quanto questo sia un sacrosanto diritto di tutti.

A PROPOSITO DELL'AUTORE:
John Boyne è nato a Dublino nel 1971 e ha studiato Letteratura inglese al Trinity College. È l’autore di uno dei più clamorosi bestseller internazionali degli ultimi anni, Il bambino con il pigiama a righe (Rizzoli 2006), divenuto poi un film di Mark Herman. Con Rizzoli ha pubblicato anche Il ragazzo del Bounty (2009), Il bambino con il cuore di legno (2010), Non all’amore né alla notte (2011), Che cosa è successo a Barnaby Brocket? (2012), Il palazzo degli incontri (2013), Resta dove sei e poi vai (2014) e La casa dei fantasmi (2015), oltre a La sfida (2010), disponibile nel catalogo BUR. Vive e lavora a Dublino.



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