Sette abbracci e tieni il resto di Stefano Tofani


Titolo: Sette abbracci e tieni il resto
Autore: Stefano Tofani
Data di pubblicazione: 3 settembre 2019
Genere: Narrativa per ragazzi 
Editore: Rizzoli
Pagine: 224


TRAMA

Ernesto ha dodici anni, occhiali spessi e una camminata sbilenca. È così dall’incidente d’auto che gli ha portato via la nonna, amatissima, la nonna dei proverbi e delle lezioni di vita, la nonna a cui in cambio di un abbraccio strappava quasi tutto. Ernesto ha un amico, Lucio, che come un grillo parlante gli fa venire mille dubbi e lo mette in guardia su tutto. Ma siamo sicuri che sia sincero? Ha poi anche un altro amico che si chiama Elien e viene da lontano. Ernesto ha una passione per una sua compagna di scuola, Martina, ma sa che lei non lo noterà mai. Finché un giorno Martina non sparisce di colpo, gettando nel panico la comunità. Per Ernesto è l’occasione per ritrovarla, componendo il puzzle di un mistero che gli adulti, neanche quelli che dovrebbero saperlo fare per mestiere, riescono a risolvere. Ed è l’occasione per trasformarsi di colpo da sfigato Quattrocchio a magnifico eroe salvatore. Una storia che fa ridere e che commuove; un protagonista irresistibile che ha coraggio da vendere, anche se non lo sa ancora.


RECENSIONE


Quando ero piccolo la nonna in cambio delle cose voleva gli abbracci. Una caramella costava un abbraccio, il pane con la Nutella ne costava tre. Una volta le chiesi di portarmi a fare un giro al mare e lei non se la sentiva perché aveva mal di schiena.
«Cinque abbracci» mi disse dopo che avevo insistito chissà quanto.
Io gliene diedi sette, e lei mi guardò stupita. Tieni il resto, le dissi. Le venne da ridere e da piangere, poi mi accompagnò al mare.

Ernesto, l’irresistibile protagonista di questa storia, ha dodici anni, porta gli occhiali e ha una camminata un po’ sbilenca a causa di un incidente d’auto che gli ha danneggiato un ginocchio. Ma la cosa più importante che la disattenzione del papà alla guida gli ha portato via è la sua amata nonna, che lo riempiva di affetto con un abbraccio o un proverbio tirato fuori nella giusta occasione.

Ora Ernesto ha solo un amico, Lucio, col quale però il più delle volte si trova in disaccordo: è il classico amico che invece di spronarlo a osare e a mettersi in gioco gli consiglia invece di stare sempre un passo indietro, di non rischiare per non essere ferito, di accontentarsi di quello che ha e farsi andar bene il non avere ciò che più desidera. E quello che Ernesto desidera di più è la presenza dei suoi genitori e che Martina – la compagna di classe di cui è perdutamente innamorato – si accorga di lui.

La sua mamma e il suo papà hanno divorziato e lui vive con sua madre: peccato che non la veda mai però, in quanto la donna esce tutte le sere per andare in discoteca e preferisce di gran lunga passare il tempo aggiornando i suoi profili social, piuttosto che fare qualcosa assieme a suo figlio.

Così Ernesto passa le sue giornate quasi sempre da solo e da solo programma il suo tempo: se andare o meno a scuola, cosa e quando mangiare, quando raggiungere Fefè sulla spiaggia e guardarlo pescare, quando rifugiarsi nel suo luogo segreto e pensare a quanto sia piatta la sua vita.

Un giorno però un evento giunge a turbare la quiete della sua comunità, lasciandolo preoccupatissimo: Martina scompare all’improvviso. Non si sa come sia potuto accadere e nessuno ha informazioni, tant’è che la ragazza sembra svanita nel nulla.

Ma stavolta non serviranno a nulla le paturnie di Lucio e i suoi tentativi di farlo desistere: Ernesto è intenzionato a ritrovare Martina a tutti i costi, dovesse cercarla in ogni angolo della città. E chissà, magari alla fine di questa avventura troverà anche qualcosa che non pensava facesse già parte di lui.

L’avrete capito dall’entusiasmo con cui ho riassunto la trama, ma se non fosse ancora chiaro lo dirò esplicitamente: questo romanzo mi è piaciuto moltissimo. Stefano Tofani è riuscito a dar voce a un bambino di dodici anni con una credibilità disarmante. Difficile credere che la voce e i pensieri di Ernesto siano frutto della mente dello scrittore, perché vi assicuro che mentre leggevo questo buffo ragazzino lo avevo davanti agli occhi. Tanto timido esternamente quanto sagace e pungente internamente, Ernesto è il portavoce di ogni bambino che non trova attorno a sé un ambiente familiare e scolastico che lo aiuti a emergere, ma anzi lo induce ad affogare nel proprio sentirsi inadeguato e pieno di dubbi sulle sue potenzialità.
Eppure Ernesto ce la fa, grazie alla sua fervida immaginazione e a un cagnone di nome Filippo che si è dimostrato l’amico più sincero che il protagonista potesse desiderare.

Non mi resta che recuperare gli altri due libri dell’autore, perché io una prosa così non ho nessuna intenzione di farmela scappare.

A PROPOSITO DELL'AUTORE:
Stefano Tofani è laureato in Conservazione dei Beni Culturali all’Università di Pisa e lavora per il Comune di Lucca. Nel 2013 ha pubblicato con Giulio Perrone Editore il suo primo romanzo, L’ombelico di Adamo, vincitore del Premio Villa Torlonia. Nel 2018 è uscito con Nutrimenti il secondo romanzo, Fiori a rovescio.


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