Recensione: L'attimo prima di Francesco Musolino


Titolo: L'attimo prima
Autore: Francesco Musolino
Data di pubblicazione: 3 settembre 2019
Genere: Narrativa 
Editore: Rizzoli
Pagine: 272


TRAMA

Cosa succede quando la vita che hai sempre sognato svanisce l’attimo prima di diventare realtà? Lorenzo è cresciuto a Messina, sotto il tavolo di legno del ristorante dei genitori. Desiderava una carriera da chef ma, all’improvviso, tutto è cambiato. Impantanato, sospeso e ancora immaturo, Lorenzo inizia a lavorare in un’agenzia di viaggi. Nel frattempo, mentre la neve scende sull’Etna, lui si rifugia in un cibo insipido e immagina le vite degli altri.Toccherà a sua sorella Elena stanarlo e praticare un kintsugi degli affetti, rimettendo insieme i cocci della sua esistenza. Il timore di dimenticare chi abbiamo amato non dev’essere una scusa per rinunciare a guardare l’orizzonte. Sperando che al momento giusto, al bivio cruciale, i leoni nel cuore ricomincino a ruggire.Francesco Musolino, attraverso i colori e i sapori della Sicilia, indaga con una prosa intima l’educazione all’età adulta. Quando restiamo immobili, indecisi se combattere, solo grazie a un autentico atto d’amore possiamo trovare il coraggio di crescere.


RECENSIONE


Era tutto perfetto allora, fra quelle quattro mura, o sto mitizzando i ricordi? Chissà. E forse la vita in fondo è tutta qui, nell’inseguimento di un piacere che sfugge, di un ricordo, di una felicità assaporata fugacemente, troppo presto, in modo inconsapevole, momenti che risplendono nella nostra memoria, ricordi di ricordi che più si allontanano e più ci sembrano perfetti.

Fino a quando vivere nei ricordi e in nome di essi può sostituire il presente? Quanto può essere pervasivo l’amore per chi ci ha lasciato, se riesce a farci mettere da parte il nostro desiderio più grande?

Lorenzo è un ragazzo in stallo, ma prima di bloccarsi con un piede a metà strada tra il passato e un futuro pieno di progetti aveva superato la fase di incertezza che caratterizza il dover decidere la propria strada. I pomeriggi trascorsi sotto il tavolo della cucina del ristorante dei suoi genitori avevano reso il suo olfatto ricco di tradizioni culinarie e le sue mani ansiose di mettersi alla prova. Una prova che però continuava a procrastinare, preferendo accumulare migliaia di nozioni prima di prendere in mano una padella.

Ma Leandro e Sara ci avevano pensato al posto suo: anni di sacrifici e lavoro quotidiano al ristorante avevano reso possibile mettere da parte il necessario per aiutare Lorenzo, questo figlio con tante idee in testa ma timoroso di spiccare il volo. Ma proprio quando era riuscito a sollevarsi da terra per la prima volta da solo, le ali di Lorenzo avevano perso quota, facendolo precipitare rovinosamente al suolo.

Niente più Milano, niente più cucina, niente più sogni: la sua vita è diventata uno stand-by monotono, fatto di pianificazione delle vacanze verso luoghi del mondo dove Lorenzo non ha mai messo piede. La Sicilia, fino a quel momento la mamma che lo aveva stretto e cullato fra le braccia consentendogli di crescere, è ora diventata una gabbia di dolore e ricordi che gli squarciano il cuore, giorno dopo giorno.

Ma Lorenzo ha una sorella, che dopo aver girato il mondo fa ritorno in Sicilia, scegliendo di restare: è proprio Elena che raccoglie i pezzetti del suo cuore, praticando un kintsugi in grado di trarre bellezza dalle cicatrici in bella vista.

Basta, Lorenzo. Basta osservare le case degli altri e pensare a quello che poteva essere. Basta aggrapparsi all’immaginazione per vivere le vite altrui e dimenticarsi della propria. Basta regalare sogni agli altri, pensando di non avere più tempo di riacciuffare il proprio e coltivarlo. È ora di tornare a sentire, con la bocca e con la mente, con l’olfatto e con le mani. È ora di attingere alla fonte del dolore e fare di esso il carburante per ripartire.

«Il kintsugi, Lorenzo. Impara la via del kintsugi. Per riunire i pezzi rotti della tua anima e richiudere le ferite devi prima accettare di essere umano, di essere frangibile. Solo quando andiamo in frantumi sappiamo di cosa siamo fatti.»

Francesco Musolino, al suo esordio, ci narra la crescita con una prosa intima e scorrevole. Il suo stile narrativo è perfettamente in linea col fluire degli eventi presenti, che però più volte si incagliano nei ricordi, facendosi sommergere da essi.

Mi sono sempre chiesta come debba essere mettere per iscritto un flusso di pensieri ininterrotti, riuscendo a mantenere una coerenza e un senso senza togliere nulla ai salti temporali e all’alternanza dolceamara dei sentimenti che lo caratterizzano: ebbene, ho finalmente trovato una risposta. L’autore, con la sua prosa, è riuscito a trascinarmi non solo nella vita di Lorenzo, ma anche nella sua mente e nel suo io più profondo: e quando ciò avviene, non si può che esserne grati.

A PROPOSITO DELL'AUTORE:
Francesco Musolino (Messina, 1981), giornalista culturale, collabora con diverse testate nazionali, cartacee e online. Ha creato il progetto di lettura no profit @Stoleggendo su Twitter e insegna scrittura creativa. Questo è il suo romanzo d'esordio.


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