Quando un uomo cade dal cielo di Lesley Nneka Arimah


Titolo: Quando un uomo cade dal cielo
Titolo originale: What it means when a man falls from the sky
Autore: Lesley Nneka Arimah
Traduzione: Tiziana Lo Porto
Data di pubblicazione: 16 maggio 2019
Genere: Narrativa 
Editore: SEM
Pagine: 176


TRAMA


"Quando Enebeli Okwara mandò sua figlia alla scoperta del mondo, non sapeva quello che il mondo poteva fare alle figlie." È questo l'inizio di uno dei racconti contenuti in questo libro, storie che esplorano temi cari a tutti noi: l'importanza della famiglia, nel bene e nel male, e del luogo che chiamiamo casa; i legami tra genitori e figli, mariti e mogli, amanti e amici. E poi le differenze di classe e razza, i complicati rapporti tra giovani adolescenti e le loro madri, la guerra che distrugge le vite, e le piccole battaglie che ogni persona combatte ogni giorno. Lesley Nneka Arimah attraversa tutti i generi del racconto, da quello realistico a quello fantastico. È una scrittrice che riesce a disegnare le sue protagoniste femminili senza censurarne debolezze o difetti, ma cogliendo pienamente l'essenza dell'essere donna nelle diverse fasi della vita. Ci sono, nelle sue storie, attimi folgoranti in cui si ha l'impressione che una luce si accenda, per permetterci di vedere ciò che si cela dietro un gesto quotidiano, di intuire emozioni nascoste, di identificarci con un personaggio.


RECENSIONE


Saper cadere è un’arte. Non puoi limitarti a inciampare nei tuoi piedi, atterrare di faccia, e aspettarti una ricompensa.

Dodici racconti brevi sono quello che ci offre Lesley Nneka Arimah nel suo libro di esordio. Dodici racconti di vite diverse, accomunati da un filo conduttore che si dipana tra pagine amare e struggenti: la voce delle donne. Donne vessate, oppresse, messe a tacere, non volute, non accettate; ma donne che non si spezzano, per quanto doversi piegare sia una nota dal sapore disgustoso che sono costrette a mandare giù più volte nella vita.

E, in un dedalo di storie in cui la speranza sembra ormai perduta per sempre, l’unica voce maschile si fa portavoce di sua figlia, bambina all’inizio e donna condizionata dalla volontà materna nel mezzo:

E nemmeno si chiede da chi abbia ereditato quella scintilla che le arde dentro. Sa solo che le servirà per tenere a distanza i lupi che popolano il mondo e che lui dovrà impedire che si spenga.

Un racconto, questo, intitolato Luce: in una ciclicità che aggiunge disperazione al dramma in atto, la storia inizia dalla fine, procedendo poi a ritroso nel tempo, a raccontare quanto il futuro appaia privo di quell’appoggio che una madre dovrebbe garantire a sua figlia.

Gli stereotipi vengono scacciati dalla narrazione della scrittrice: la Nigeria di cui racconta sembra quasi occidentalizzata e le donne sono esse stesse vittime e carnefici di altre donne. Forse perché indurite dal loro stesso passato, forse perché vogliono risparmiare alle figlie speranze che loro hanno dovuto seppellire con lacrime e dolore, forse perché vogliono irrobustire la loro capacità di sopportazione: fatto sta che sono spesso sgradevoli, ciniche, approfittatrici; non sono create allo scopo di essere amate dai lettori, quanto piuttosto esempio – sbattuto in faccia – di quanto ancora oggi le donne oppresse si portino dentro i rancori di una vita vissuta col capo sempre chino:

«Se non compiaci gli dei, nel tuo futuro ci saranno solo disastri» le disse lui.
Più cresceva, più sentiva quanto la cosa fosse vera: la sua vita fino ad allora era stata una lunga e profonda inspirazione, nell’attesa di un’espirazione esplosiva che l’avrebbe devastata.

Nel racconto Chi ci sarà ad accoglierti a casa emerge con spietata crudezza e travolgente malinconia il desiderio delle donne ancora bambine di essere madri, costrette a crearsi e prendersi cura di bambole-feticcio che, solo se accudite adeguatamente e “benedette” dalle nonne possono avere speranza di trasformarsi in bambine reali. Perché? Perché questa esigenza logorante di avere una figlia, se loro stesse hanno avuto come madri pessimi esempi? Forse per redimersi, forse per dare loro tutto ciò che non hanno ricevuto, forse per il disperato bisogno di amore, che non cessa mai di accompagnare ogni essere umano.

Come eliminare, allora, tutto il marcio e tutta la sofferenza che le donne di questi racconti si portano dentro?
Fra tutti, è il racconto che dà il titolo al romanzo – Quando un uomo cade dal cielo – a fornire in apparenza una soluzione: in un futuro imprecisato e immaginario, esistono nel mondo dei geni, chiamati Matematici, che hanno calcolato la formula per portare via la sofferenza delle persone – dietro adeguato compenso economico, ovviamente. Ma cosa accade se tutto il dolore che i Matematici hanno assorbito dentro di sé inizia a chiedere lo scotto? Può una persona convivere con le sofferenze di tante altre persone dentro di sé? Una sterile formula matematica e un “business del dolore”, fruibile solo da chi può permetterselo, possono davvero arginare la sofferenza di una bambina?

Ho amato la penna della scrittrice. Ho amato la cinica ironia che ha reso sopportabili da leggere anche le storie più massacranti. E ho amato la scelta di interrompere ogni racconto sul finale, lasciando una libera interpretazione al lettore.

Che la curiosità e la spiccata intelligenza della maggior parte delle protagoniste non siano destinate a essere spente? Mi piace pensare che siano riuscite, proprio grazie a quelle doti, a spiccare il volo. Di certo il loro grido è stato accolto dalla Arimah, e anche da chi ha avuto il piacere di confrontarsi con questo meraviglioso esordio.

A PROPOSITO DELL'AUTRICE:
Lesley Nneka Arimah è nata in Inghilterra ed è cresciuta in Nigeria prima di trasferirsi, ancora adolescente, negli Stati Uniti. I suoi racconti sono stati pubblicati dal “New Yorker”, “Harper’s” e “Granta”. Quando un uomo cade dal cielo è il suo debutto narrativo, premiato con il Kirkus Prize, il New York Public Library’s Young Lions Award e il Commonwealth Short Story Prize per l’Africa. Con questa raccolta, elogiata dalla critica, ha vinto anche il premio The Bridge, istituito a Roma dall’Ambasciata degli Stati Uniti d’America e dalla Casa delle Letterature. Recentemente si è aggiudicata anche il prestigioso National Magazine Award for Fiction. Attualmente vive a Minneapolis e sta lavorando al suo primo romanzo.


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