Nocturna di Maya Motayne


Titolo: Nocturna
Autore: Maya Motayne
Traduzione: Valentina Daniele
Data di pubblicazione: 3 settembre 2019
Genere: Fantasy
Editore: Mondadori
Pagine: 336


TRAMA

Per l'orfana Finn Voy "magia" significa due cose ben precise: un pugnale puntato al mento di chiunque si azzardi a incrociare la sua strada, e la capacità di indossare qualunque travestimento con la stessa facilità con la quale una persona comune indossa un mantello. Perché Finn, oltre a essere una ladra abilissima, è anche una mutafaccia, capace cioè di cambiare le proprie fattezze quando lo desidera. Ed è talmente abituata a farlo, per sopravvivere nel mondo violento e spietato in cui vive, da non ricordarsi quasi più quale sia il suo vero volto. Ma tutto sommato a lei va bene così. Quando però viene acciuffata da un potente criminale con il quale è indebitata, è costretta ad accettare una missione impossibile: rubare un tesoro leggendario dal palazzo reale di Castallan. Se non ci riuscirà, perderà per sempre la sua magica capacità di mutare aspetto. Per il principe Alfehr "magia" significa la possibilità di sfuggire a una vita che non gli appartiene. Dopo la morte del fratello maggiore Dezmin, infatti, il ragazzo è diventato l'erede al trono, anche se è ciò che meno desidera al mondo. Tormentato dal dolore per la sua perdita, Alfie è disposto a tutto per riportare in vita il fratello, anche se questo significa inoltrarsi nel sentiero proibito della magia nera. Ma la magia può essere anche qualcosa di terribile e spaventoso, come l'antico e terribile potere che Finn e Alfie liberano inavvertitamente e che diventa subito una minaccia per il mondo intero. Con il destino del regno di Castellan nelle loro mani, i due dovranno superare le loro differenze e allearsi per rimediare al loro errore.


RECENSIONE


La magia è una forza pura che scorre nel mondo, ma ha bisogno di un canale, di una casa. Quei canali siamo noi, gli ospiti in cui la magia cresce. L’una non può sopravvivere senza l’altro. Noi le diamo vita, uno scopo, e per quanto riguarda te, un colore. E quando per noi arriva la fine, restituiamo la magia all’etere, così che qualcun altro possa prenderla in prestito.

Le parole di Paloma, filosofa e maestra del protagonista, ci offrono un riassunto efficace e importantissimo della vera protagonista di Nocturna, primo volume della trilogia fantasy A Forgery of Magic: la magia.
La classica contrapposizione tra bene e male si rivela ancora una volta una carta vincente e, così come ha fatto la fortuna di tante grandi saghe fantasy, chissà che ciò non avvenga anche con l’opera di Maya Motayne.

Alfehr è un giovane principe che porta sulle spalle il gravoso carico di dover divenire il futuro re di Castellan. Non è sempre stato così, e infatti quel ruolo spettava a suo fratello Dez, cresciuto e istruito affinchè diventasse il miglior reggente possibile. Ma Dez non c’è più: è sparito nel vuoto, letteralmente. Un vuoto senza nome, dal quale sembra possibile tornare indietro. Perché la magia, e in particolare il dono magico di ognuno, può essere anche in grado di distruggere la vita delle persone.
Alfie ha la capacità di vedere il colore che ha la magia degli altri, di capirne la natura in base alle sfumature e anche di poter viaggiare grazie a un pomello magico e molta concentrazione. Ma tutto questo si è rivelato completamente inutile nella ricerca di un modo per far tornare suo fratello. Ecco perché crede che la magia nera, quella volta al male e non al bene, possa forse essere la sua unica possibilità di riavere il suo migliore amico, oltre che fratello. Ma quando la morte sembra essere arrivata anche per Luka, suo affezionato cugino, Alfie smette di essere colui che ha sempre cercato di seguire gli insegnamenti di Paloma e fa qualcosa che mai e poi mai avrebbe dovuto fare: libera una fonte di magia oscura, la cui voce sussurrante gli promette di fare in modo che Luka non muoia.

Finn Voy è una mutafaccia, e questo è il suo dono ma anche la sua maledizione. Come avremo modo di apprendere, il dono di ciascuno non giunge per caso: c’è sempre un evento scatenante che gli dà origine. È il caso anche di Finn, della sua infanzia che l’autrice affronta dettagliatamente nel romanzo e della vita che ha condotto da quando era piccola. Lei è una ladra, orfana di entrambi i genitori, che ha trovato nelle ruberie l’unico modo per mantenersi in vita. Cambiando spesso faccia e aspetto, al punto di non usare più il suo vero volto, Finn si sposta da un quartiere all’altro di Castellan, cercando di tenersi fuori dai guai.

Un lotto di libri oscuri e proibiti, ma di grande valore, fa incontrare i due protagonisti: Finn li vuole per rivenderli e guadagnare parecchi pesos, Alfie li vuole perché spera di trovare in essi un modo per riportare indietro Dez.
Due personaggi più distanti per caratteristiche, stili di vita e temperamento credo sia difficile trovarli: all’inizio infatti non si comprendono, si scherniscono, si azzuffano, si detestano.
Ma l’autrice riesce a far intraprendere loro un percorso graduale e molto credibile, senza sfociare per forza nella storia d’amore che sembra ormai un elemento necessario anche ai fantasy: l’amicizia nascerà e forse anche l’intuizione di qualcosa di più, ma ciò non è il focus della storia, né l’obiettivo finale da raggiungere.

Perché quella che entrambi hanno sempre creduto una storia per bambini, narrata al fine di metterli in guardia dal pericolo spaventandoli, sembra invece essere molto, molto reale.

Secondo la leggenda, Sombra avrebbe trascinato il mondo in Nocturna, una notte infinita, la trasformazione degli esseri umani in mostri che vivevano di odio, violenza, avidità.

È per scongiurare questo terribile esito che Finn e Alfie faranno fronte comune: continuano a non sopportarsi e a chiamarsi “Ladra” e “Principe”, eppure iniziano a scorgere nell’altro un punto di riferimento solido, come Finn non ha mai avuto e come Alfie ha perso con la scomparsa di suo fratello.

Lei aveva sempre pensato che il peso della mano di qualcuno nella sua sarebbe stato come un’àncora che la trascinava verso una stasi forzata, quando lei voleva solo correre ed essere libera. Eppure ora voleva restare. Provava più libertà in quel momento che in tutti gli anni della sua vita. Cominciava a capire che la libertà poteva essere anche in una persona, e non in un luogo.

La presa di consapevolezza di un legame inteso come possibilità di essere liberi e non come vincolo alla propria vita credo sia una delle massime espressioni dell’affetto, che sia amore o amicizia. E Maya Motayne ha saputo creare una storia che rendesse tutto ciò possibile.

Dall’ambientazione latina, all’uso alternato dei punti di vista di Finn e Alfie, alle infiltrazioni ricorrenti dello spagnolo nei dialoghi, alla magia intesa come valore aggiunto a una persona che sia in grado di farne buon uso, Nocturna si è rivelato un ottimo primo volume. Parte in maniera lenta – e non stupisce, trattandosi di un aspetto frequente nei fantasy e necessario a calarsi nella storia – ma acquisisce ritmo in crescendo, con qualche colpo di scena e un finale che invoglia a scoprire cosa accadrà nel successivo capitolo della saga. Che, a questo punto, spero arriverà presto.



Commenti