Libera Uscita di Debora Omassi


Titolo: Libera Uscita
Autore: Debora Omassi
Data di pubblicazione: 14 maggio 2019
Genere: Narrativa
Editore: Rizzoli


TRAMA

Barbara vorrebbe guardarsi allo specchio e riconoscersi. Mentre cerca di pagare l'affitto con qualche servizio fotografico e prova a esercitare il suo fascino, non smette di domandarsi: "Chi sono? Cosa vede la gente in me?". Perché lei, ventiquattro anni, in quel corpo magnetico di cui si serve come fosse una bacchetta magica dal potere sconosciuto, non ci si sente. O meglio: Barbara, in quel corpo, si sente un ragazzo. Nell'esercito vede l'occasione per riscoprirsi e andare altrove, lontana, spingersi oltre ogni limite per ritrovarsi e nascondersi sotto una divisa. Ma una volta dentro, tornare indietro sembra impossibile: allenamenti estenuanti, lenzuola ripiegate al millimetro, caporali senza scrupoli. Non bastano Luna, la minuta ragazzina con la forza di un leone e fedele alleata, e Salvatore, il suo punto di riferimento tra quelle mura grigie, ad alleviare il ricordo della famiglia e del fidanzato di una vita che la aspetta a casa. E così, dentro e fuori si mischiano in un caos, e Barbara comprende la portata di quella sfida solo quando ormai ha messo in gioco tutta se stessa. Il soldato Barbara ha giurato, ma si troverà di fronte a un'altra scelta: rimanere o andarsene?

RECENSIONE

Lo abbraccio forte, inspiro il suo profumo. Aderisco al suo corpo perfetto, il corpo che amo e, per l’ennesima volta, intuisco che sotto questo amore corre dell’invidia.  Invidia per il suo essere uomo. Per quel corpo in cui vorrei sprofondare, incatenarmi, un corpo che vorrei possedere e penetrare. Io vorrei essere lui.

Barbara Gasser è giovanissima quando comprende che dentro di sé alberga un mostro. Un mostro fatto di artigli che invadono tutto, che le fanno desiderare cose che non appartengono al suo corpo di donna, né a quello che la società si aspetta da una donna. E a causa sua mette in discussione se stessa, la sua relazione storica, quello che vuole dalla vita. 

In un primo momento, si orienta verso il mondo della moda: scatti, vestiti appariscenti, trucco, pose sempre nuove eppure sempre finte e plastificate. Una vita scandita dalla necessità di ricercare in un lavoro quanto più vicino al mondo femminile la sua femminilità interiore, che troppo spesso viene soppiantata dal mostro. 
Alla fine, giunge a una decisione estrema: l’esercito. Forse con una divisa addosso non esisterà più il problema di essere donna o uomo, perché ciò che sarà chiamata a fare prescinde le distinzioni di sesso. 
È così che comunica a Claudio, il suo ragazzo di sempre, che ha scelto di arruolarsi: una sfida all'inizio, perché non crede di riuscire a superare tutte le prove e i test che la condurranno davvero a essere un soldato. 
Ma quando inaspettatamente tutto ciò diventa una realtà da affrontare, Barbara e Claudio dovranno dirsi addio per un anno. Perché sebbene capiteranno le occasioni di vedersi, è bene tenere presente che saranno solo momenti fugaci, ore di una giornata scandita già dal dover rientrare in caserma, un messaggio al volo prima di andare a dormire, o un buongiorno frettoloso prima di correre a farsi una doccia e iniziare una nuova giornata di duro lavoro.

Quello che è partito come il bisogno di capire chi sia veramente, in un luogo dove non conta essere maschi o femmine, diventa per Barbara la scoperta di se stessa e l’accettazione del suo essere donna, ma anche del suo essere uomo. Ed è una consapevolezza che sorgerà in maniera molto dolorosa: i giorni in caserma non sono affatto facili, le condizioni in cui si vive sono spartane, il tempo libero non esiste, e non esiste neppure il tempo di pensare ad altro che non siano le incombenze quotidiane e la necessaria organizzazione se si vuole riuscire a dormire, mangiare e lavarsi. 
Le amicizie sono poche, gli istruttori sono perfidi, la resistenza è tutto: resistere a stomaco vuoto, al caldo asfissiante della divisa quando la temperatura esterna sfiora i 40 gradi, al peso del fucile in posizione, al fango che penetra ovunque durante la simulazione delle operazioni, a fare da piantone nonostante gli occhi si chiudano da soli per la stanchezza.


Tutto questo Barbara non se lo aspettava, o forse credeva che il suo mostro interiore avrebbe trovato pane per i suoi denti. Forse si è sottoposta a questi mesi di resistenza psicofisica per sfidarlo, forse per alimentarlo e farlo finalmente uscire allo scoperto, forse per annientarlo una volta per tutte o semplicemente per comprendere che coesistere serenamente non è poi così impensabile.

In caserma incontra anche Salvatore, che come lei si approccia per la prima volta alla rudezza di una scelta di vita dura, che spesso non avviene considerando i pro e i tanti contro. Salvatore è bello, avvenente, forte come lei – troppo magra per resistere ad alcune prove – non sarà mai: eppure, nonostante sia attratto da lei, la tratta da pari a pari, facendo maturare in lei la certezza che si possono indossare i panni di un uomo e rimanere allo stesso tempo una donna a tutti gli effetti.

Nel suo romanzo di esordio, Debora Omassi sceglie di trattare un tema attualissimo con la giusta dose di ironia e profondità, affidandosi a una prosa asciutta e diretta in grado di trascinare con sé il lettore all’interno del dramma interiore della protagonista e della sua esperienza come soldato.
Con un andirivieni tra passato e presente, Debora Omassi ci conduce all’interno di un quesito importante: cosa significa davvero essere donna o uomo?
E, in utima istanza, io credo abbia anche fornito una risposta esaustiva.
Sta a voi scoprirla leggendo il romanzo.

Commenti