Recensione: Spark


Titolo: Spark
Serie: Ink #2
Autore: Alice Broadway
Data di pubblicazione: 26 marzo 2019
Genere: Fantasy
Editore: Rizzoli

TRAMA

Immagina di scoprire che tutta la tua vita si basa su una bugia, che non sei la persona che credevi di essere. Immagina di dover ricominciare tutto da capo, tra coloro che fino a ieri consideravi diversi e che ora invece sono la tua gente. Leora ha scoperto di essere una mezzosangue, figlia di un Marchiato e di un'Intonsa. La sua accettazione e presa di coscienza di questa verità non piace al leader della comunità, il sindaco Longsight, che le offre un incarico che non può rifiutare: se vuole proteggere le persone che le sono care dovrà unirsi agli Intonsi e scoprirne le debolezze. A malincuore Leora accetta, anche nella speranza di sapere qualcosa di più sulla sua vera madre. Capisce così che le storie della tradizione che conosce fin da bambina lì hanno interpretazioni radicalmente diverse, se non opposte, e deve rimettere tutto in discussione, accettare che non solo la sua educazione sia stata una menzogna, ma che neppure gli Intonsi siano depositari di un'unica verità.

RECENSIONE

Attenzione! Spoiler per chi non ha letto il precedente volume della saga, Ink.

Mi rendo conto di desiderare col cuore di voler credere; voglio che qualcosa sia vero e reale. Quando Mel mi ha detto che avrei trovato la mia strada nelle storie del passato le ho creduto, ma cosa succede se non fossero altro che racconti? E se tanta parte della verità che raccontano dipende da chi la racconta, la storia?

Leora Flint, o meglio Leora Elliot. La ragazza Marchiata che conduceva una vita tranquilla a Saintstone, in attesa della cerimonia di pesatura dell’anima di suo padre, non esiste più.

Già alla fine di Ink, primo volume della saga di Alice Broadway, Leora aveva preso coscienza di quanto la sua vita fino a quel momento non era stata altro che una menzogna. L’unica madre che avesse mai conosciuto non era la sua mamma biologica e suo padre non solo era dalla parte degli Intonsi – e quindi marchiato come dimenticato dalla società di Saintstone – ma aveva anche avuto una storia d’amore con una di essi, da cui poi era nata Leora.

Come ricorderà chi ha già letto Ink, Alice Broadway ha delineato un mondo i cui abitanti sono chiamati Marchiati, poiché ogni episodio rilevante della loro vita gli viene impresso sulla pelle sotto forma di tatuaggio. Alcuni sono obbligatori, come quello di nascita o di matrimonio, mentre altri si possono scegliere autonomamente, con una sola regola: individuare un tema e attenersi a quello, aggiungendo via via sempre più dettagli, in modo tale da rendere il corpo un bellissimo libro che rimarrà alle generazioni future.
Ma così come vengono impressi sulla pelle le vittorie e i bei momenti, altrettanto viene fatto per i fallimenti. E coloro che commettono crimini atroci – tra cui anche aiutare gli Intonsi, cioè coloro che hanno preferito l’esilio piuttosto che farsi marchiare – vengono identificati come dimenticati tramite il marchio di un corvo alla base della nuca.
Alla morte, i cadaveri vengono scuoiati e la loro pelle trattata, al fine di essere rilegata in un libro, che poi verrà consegnato alla famiglia del defunto, come ricordo eterno di una vita esemplare. Ma questo può avvenire solo dopo aver superato con successo la cerimonia di pesatura dell’anima: la pelle del defunto viene analizzata marchio dopo marchio, per decidere se sarà degno di essere ricordato. Nel caso non venga reputato idoneo, il suo libro verrà dato alle fiamme, e lui sarà dimenticato.

Immaginate per un attimo di vivere così: un mondo in cui tutto ciò che fate, nel bene e nel male, è sotto gli occhi di tutti, che possono giudicarvi e trattarvi di conseguenza. Orrore, puro orrore. Questo però si è rivelato essere solo il mio sentimento iniziale: già nel corso di Ink, Leora aveva scoperto a sue spese quanto questa convinzione non fosse del tutto esatta. I marchi non sono ciò che definiscono una persona, e pretendere di conoscere ogni dettaglio di chi è realmente solo guardandoli è quanto meno arrogante e pretenzioso. Lei stessa, che non riusciva a decidersi sul primo tatuaggio di sua scelta da farsi applicare, giunge alla conclusione che non sarà quella scelta a definirla, perché il suo mondo interiore è ben più complesso del suo aspetto esteriore.

Nel precedente romanzo, Leora era una ragazzina ingenua e inesperta, la cui preoccupazione più grande era superare gli esami e diventare un tatuatore. Ma già nel corso dei capitoli, a causa degli sconcertanti segreti e meccanismi di cui aveva preso man mano consapevolezza, era maturata molto, arrivando infine a scegliere di schierarsi dalla parte dei dimenticati come suo padre, ricordandoli e scegliendo come tema dei suoi marchi gli uccelli, e in particolare i corvi.

Tutto questo, tuttavia, ha fatto sì che apparisse come una minaccia alla società di Saintstone, e in particolare al sindaco Longsight, che ha fondato il suo governo sulla minaccia blasfema rappresentata dagli Intonsi.
Leora, inoltre, è il frutto dell’unione tra un’Intonsa e un Marchiato: e se diventasse un problema per Saintstone, i cui creduloni abitanti potrebbero vedere in lei una sorta di entità in grado di portare nuovamente alla pacifica convivenza tra le due fazioni?

Per questo motivo, Longsight la mette davanti a un ultimatum: per dimostrare la lealtà alla causa dei Marchiati, Leora dovrà recarsi a Featherstone – il luogo in cui sono stati ghettizzati gli Intonsi – e miscelarsi a loro, al fine di carpirne segreti, usi e costumi per poi riportarli al sindaco. Qualora si rifiutasse o desse informazioni errate, i suoi cari a Saintstone verranno puniti al posto suo.
La sua terribile paura nel dover compiere questa impresa è fondata, perché sin da piccola non ha fatto altro che ascoltare storie, anche a scuola, su quanto gli Intonsi siano mostri terribili, con la pelle nuda e impossibili da leggere, poiché serbano i loro crimini e peccati all’interno di sé, senza che gli altri possano vederli.

Ma com’era naturale prevedere, a Featherstone Leora scopre un villaggio di persone oppresse e affamate, relegate a una vita priva degli agi e del benessere che regna a Saintstone.
E soprattutto, si rende conto di quanto le storie che le venivano narrate sin da piccola siano parte integrante anche della comunità degli Intonsi, sebbene siano completamente capovolte. Di significato opposto, con le rispettive morali in antitesi, dove risiede la verità? Gli Intonsi sono andati via volontariamente da Saintstone oppure sono stati cacciati via con la forza? La pelle nuda è un modo per nascondere la corruttibilità dell’animo oppure sono i marchi a rappresentare una costrizione per impedire alle persone di coltivare la propria individualità e le proprie idee?


È a Featherstone che Leora scoprirà che l’amore e l’amicizia, il senso della comunità e i litigi, le tradizioni e i costumi, sono elementi che caratterizzano ogni luogo e ogni società.  E ognuno di essi ha verità a cui si attiene, storie che si racconta, sbagli che commette.
Non sta a noi decidere giusto e sbagliato, perché sono due facce della stessa medaglia. E la soluzione per favorire la pacifica convivenza e l’integrazione non è mai imporre il proprio modo di vivere e le proprie credenze agli altri, per quanto il loro modo di vivere e le loro credenze possano sembrarci distanti da noi. Ogni popolo possiede la bellezza di caratteristiche proprie che lo identificano come comunità e ogni singola persona che ne fa parte ne contribuisce all’arricchimento mediante la propria unicità.

Spark è un vero e proprio gioiellino, se lo si interpreta al di là delle vicende narrate: la storia è ben strutturata e i personaggi ben delineati – sebbene Leora spicchi a mani basse su tutti gli altri – ma scavando più a fondo si coglie un messaggio di amore e tolleranza che scavalca le pagine e si imprime a fondo nel cuore.


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