Recensione: Racconti della Giungla. Le nuove avventure di Mowgli


Titolo: Racconti della Giungla. Le nuove avventure di Mowgli
Titolo originale: Into the Jungle
Autore: Katherine Rundell
Data di pubblicazione: 5 marzo 2019
Genere: Libri per ragazzi
Editore: Rizzoli

TRAMA

«Raccontami una storia» disse Mowgli. Era una giornata piovosa sulle colline di Seoni. La pioggia tamburellava fuori dalla caverna, tramutando in fango la terra della foresta, ma dentro era caldo e asciutto. Il tempo perfetto per raccontare storie.

Il «Libro della Giungla» rivive in cinque racconti originali di Katherine Rundell pieni di atmosfera e incanto. Un omaggio a uno dei classici più amati di sempre da una delle più premiate autrici per ragazzi di oggi. Con le illustrazioni dell'artista inglese Kristjana S. Williams, di straordinaria forza e impatto visivo.

RECENSIONE

“Lo senti? Sembra il profumo di una moltitudine che cresce, tutta nello stesso momento.”
“Come potrei non sentirlo? È quasi…palpabile. È un odore che potresti strappare a morsi.” Gilhari fece schioccare le mascelle nell’aria, con la testa che girava e brividi di gioia.
“Penso che sia l’odore della giungla.”
“Come fai a esserne sicuro?”
“Cos’altro potrebbe essere?”

Chi non ha mai sentito parlare de Il libro della giungla, e soprattutto di Mowgli, Bagheera, Badoo, Kaa e il terribile Shere Khan? È un classico entrato da anni e anni nel cuore di grandi e piccini, sia dal punto di vista letterario che cinematografico.

Dal 5 marzo, Rizzoli ha portato in Italia cinque racconti inediti di Katherine Rundell, che acquisiscono meraviglia grazie alle magnifiche illustrazioni di Kristjana S. Williams. E così, in men che non si dica, gli abitanti della giungla più ricordati di sempre tornano a farci sorridere e riflettere con i loro racconti e le loro avventure.

A partire da Mamma Lupa, che prima di essere tale era l’intrepida Raksha, incline a mettersi nei guai e a trascinare con sé amici e fratelli. Attraverso il racconto di Papà Lupo, Mowgli scopre lati inediti della sua mamma, perché si sa…Si tende a non soffermarsi sul fatto che anche i genitori siano stati piccini un tempo.

Il secondo racconto approfondisce invece colui che è sempre stato il mio personaggio preferito: Bagheera, la Pantera. Dall’infanzia trascorsa in cattività assieme alla sorellina al coraggio di fuggire verso l’ignoto della giungla, con la necessità di impararne usi e dinamiche, oltre che di crearsi una reputazione tale da garantire sopravvivenza e sicurezza alla piccola Gilhari: col suo mix di saggezza e imperturbabilità, Bagheera resterà sempre nel mio cuore.

E a seguire Baloo, l’Orso che ha sempre suscitato tenerezza per la profonda dicotomia tra la sua stazza e la sua indole. Piccolo, goffo e bullizzato dagli altri orsi, quando Baloo era solo un cucciolo mise in atto una delle più grandi conquiste della giungla, in grado di modificarne gli equilibri e le alleanze, e di garantire a tutti una vita migliore.

E infine Kaa, il gigantesco Pitone tutto d’un pezzo, superbo a tal punto da essere l’unico a narrare a Mowgli un’avventura con lui come protagonista – sebbene parli di sé in terza persona, con grande disappunto del bambino. È proprio attraverso questo racconto che conosciamo però un lato inedito del serpente, e soprattutto la creazione di un legame con un altro essere umano quando era solo un cucciolo.


Confrontandosi con coloro che sono da sempre – e a pieno titolo – membri della sua famiglia, Mowgli ascolta e fa tesoro delle esperienze di coloro che lo tutelano e proteggono, spesso senza che lui stesso se ne renda conto.

E proprio grazie agli insegnamenti che ne trarrà riuscirà ad affrontare, nell’ultimo capitolo del libro, un’avventura tutta sua, armato del coraggio, della forza, della bontà d’animo e dell’astuzia di chi gli ha fatto dono dei propri racconti. Con l’aggiunta della consapevolezza più grande di tutte: insieme, senza distinzioni di razze e pregiudizi legati alla presunta superiorità di alcuni rispetto ad altri, si è più forti. E soprattutto la vita è più bella, ricca e stimolante.





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