Recensione: Nel Mondo Sereno


Titolo: Nel Mondo Sereno
Autore: Anna Nicoletto
Data di pubblicazione: 20 febbraio 2019
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Self Publishing


TRAMA

Luigi ha ottantun anni quando entra nel mondo sereno. Suo figlio sta partendo per le vacanze e lui dovrà trascorrere tre settimane nella Casa della Serenità in attesa che la sua badante Yuliya torni dall’Ucraina.
Ma il tempo dietro il portone massiccio di via della Pace scorre secondo regole incomprensibili, è fatto di attimi che si dilatano all’infinito, di dettagli che come severi giudici lo costringono a soppesare ogni scelta compiuta. In un presente brulicante di inutili figuranti di passaggio, il viaggio nel passato alla ricerca degli errori commessi sembrerebbe l’unica avventura possibile. Cercare un senso alla sequenza di avvenimenti che hanno composto la sua vita è naturale, dimenticarne le conseguenze è impossibile. Perché in fondo è solo una la paura che lo divora: quella di non aver lasciato niente.

RECENSIONE

C’è chi dice che l’età migliore sia l’infanzia, oppure la giovinezza. Ma dell’infanzia non ce ne ricordiamo metà e la giovinezza la gettiamo nella lotta contro gli altri, contro noi stessi, alla ricerca di ciò che saremo e ciò che potremo, a dimostrare che anche per noi esiste una strada, e poi la troviamo ma senza le forze e la consapevolezza per percorrerla, ed è tutta una corsa in salita con il fiato corto. Si diventa adulti quando si smette di chiedere agli altri cosa fare, quando gli altri diventiamo noi. Io sono diventato adulto quando ho capito di essere sufficiente per me stesso. È così che mi sento adesso: di nuovo adeguato al mondo.

Iniziare la recensione del primo romanzo di narrativa di Anna Nicoletto mi è difficilissimo. 
E lo è nella misura in cui devo parlarvi di un uomo di nome Gigi diventato, contro la sua volontà, il signor Luigi. Perché Gigi era colui che viveva nella sua casa con Yuliya, una simpatica signora che lo aiutava nelle faccende domestiche. Gigi era il papà di Antonello, un figlio col quale non ha mai avuto un rapporto stretto. Gigi era il marito di una donna amorevole e gentile, che ha sposato quasi per dovere ma che è diventata il perno attorno al quale la sua vita ruotava. Gigi era il figlio di un contadino che ha scelto di rifuggire le aspettative paterne e lanciarsi nell’avventura di un negozio di tecnologia quando ancora i colossi odierni non avevano preso piede ovunque.
Il signor Luigi, invece, è un uomo di ottantun anni che viene lasciato per poche settimane in una casa di riposo: la signora che si prendeva cura di lui ha raggiunto la famiglia nel suo paese di origine e suo figlio ha una vacanza programmata da tempo che lo attende.

Varcata la soglia della Serenità, Gigi diventa il signor Luigi: un anziano come tanti altri anziani, accudito da non-infermiere simpatiche e disponibili. La vita alla Serenità viene scandita in modo diverso rispetto al paese: si dorme in una stanza in comune con altri, si usa lo stesso bagno, la notte è sempre rotta dal ronzio di un macchinario o dal vociare di qualcuno, ci sono determinati momenti adibiti alla colazione, al pranzo e alla cena, sempre allo stesso orario. Ci sono attività di gruppo, gite organizzate alla fattoria più vicina, capatine dal fornaio di zona per una brioche e un caffè, colloqui con uno psicologo, esercizi con i fisioterapisti.
Gli ospiti vanno e vengono, ma vanno nel senso che non tornano più da dove erano arrivati. Al loro posto, nuovi volti, lenzuola pulite, nuovi familiari che si recano a trovarli.

La routine del signor Luigi alla Serenità è anomala: non vuole sentirsi parte del sistema, perché la sua permanenza è temporanea. Così passa le giornate a osservare la Via della Pace attraverso il vetro della sua stanza, con un libro tra le mani. Non parla con gli altri, ma lo fa con se stesso.
Una permanenza di tre settimane in una casa di riposo diventa l’occasione per ripercorrere un’intera vita: nulla di eclatante, una vita come milioni di altre vite. Ma attraverso i ricordi del signor Luigi comprendiamo che ogni vita, per quanto assimilabile a quella di altri, per quanto non si sia particolarmente distinta per gesti memorabili, merita di essere trattata nella sua unicità. Un dolore accomunato con altri, infatti, non rende meno autentico il proprio. E così scopriamo i rimpianti di un uomo che, a ottantun anni, si rende conto di essere rimasto aggrappato tutta la vita ai pochi ricordi di una piccola donna che non ha fatto in tempo a formarsi, negando a chi gli era intorno la possibilità di farsi conoscere e amare. Analizziamo le scelte, gli sbagli, le gioie. Rivalutiamo la bellezza di singoli istanti e la tragedia di intere giornate.


Quando il soggiorno alla Serenità passa da tre settimane a un mese e poi a due, il signor Luigi prenderà coscienza della cosa più importante di tutte: non ha mai smesso di essere Gigi, si è solo reinventato. Le non-infermiere possono essere confidenti, così come i compagni di stanza possono essere amici. Una gita in una fattoria può essere motivo di felicità, prendere il caffè alla macchinetta tutti i giorni può essere un nuovo rito, un bambino di nome Jason con un cagnolino al seguito uno dei motivi per cui la vita è ancora bella. E Antonello, quel figlio che non si è mai sforzato di comprendere, forse non è stato così ingrato portandolo lì.

Questo romanzo mi ha toccato in modi che non credevo possibili, forse perché ho rivisto in esso pezzi importanti della mia vita. Luigi a tratti si è sovrapposto a mio nonno, mio nonno a tratti ha preso il sopravvento su Luigi. Ho vissuto da esterna cosa significa condurre una persona che non è più in grado di badare a sé in una casa di riposo, potendo solo immaginare cosa significhi perdere il controllo della propria mente e dei propri comportamenti. E soprattutto non ho mai voluto pensare, egoisticamente, a cosa voglia dire per una persona che ha passato tutta la vita nei campi, all’aria aperta, con un bicchiere di vino rosso in una mano e un fazzoletto con cui asciugarsi il sudore nell’altra, ritrovarsi in un edificio che non è casa, circondato da persone che non sono familiari, a vivere una routine che gli è sempre sembrata inammissibile.
La presa di coscienza di Luigi, tuttavia, mi ha fatto sperare che la stessa cosa sia potuta accadere a chi ho tanto amato e perduto troppo presto.

Nel mondo sereno è un romanzo da leggere e custodire come si fa con le cose preziose: non perdetevelo.

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