Recensione: Fidanzati dell'Inverno


Titolo: Fidanzati dell'Inverno
Titolo originale: Les fiancés de l'hiver
Serie: L'Attraversaspecchi #1
Autore: Christelle Dabos
Data di pubblicazione: 18 aprile 2018
Genere: Fantasy
Editore: E/O

TRAMA

"Fidanzati dell'inverno" è il primo volume di una saga fantastica (L'Attraversaspecchi) che si snoda tra le mirabolanti peripezie della protagonista Ofelia, una ragazza un po' goffa ma dotata di due doni assolutamente speciali (può attraversare gli specchi e leggere il passato degli oggetti), e dei bizzarri personaggi che la circondano. Ai "Fidanzati dell'inverno" seguirà la pubblicazione degli "Scomparsi di Cbiardiluna" e "La memoria di Babele". L'Attraversaspeccbi è una serie letteraria che mescola fantasy, belle époque, steampunk.

RECENSIONE

«Gli Attraversaspecchi sono rari in famiglia, e sai perché?»
«Perché è una forma di lettura un po’ particolare?» azzardò.
«No, sono due cose ben diverse! Leggere un oggetto significa dimenticarsi un po’ se stessi per fare posto al passato di un altro, mentre attraversare gli specchi significa affrontare se stessi. Ci vuole fegato per guardarsi negli occhi, vedersi per ciò che si è, immergersi nel proprio riflesso. Quelli che si mettono un velo davanti alla faccia, che mentono a se stessi e si vedono migliori di ciò che sono non ce la faranno mai. Credimi, non è cosa da tutti!».

Ho acquistato il primo libro della trilogia L’attraversaspecchi sulla scia dell’entusiasmo generalizzato per l’uscita recente del secondo, Gli scomparsi di Chiardiluna. E poiché non mi tiro mai indietro di fronte a un fantasy, mi sono resa conto di quanto fosse necessario farmene un’idea personalmente. 
La prima cosa che mi è balzata all’occhio, stringendo il libro tra le mani per la prima volta, è stata leggere di un parallelismo tra quest’ultimo e tre saghe molto famose: Harry Potter, Hunger Games e Twilight, dalle quali L’attraversaspecchi prende alcune caratteristiche o se ne avvicina per altre.
A lettura terminata, posso affermare con piacere che questo primo volume mi ha conquistata.

La protagonista è Ofelia, un’animista con una dote molto particolare: oltre a saper leggere gli oggetti (dote non rara tra gli abitanti di Anima, in quanto ognuno di essi riesce a interagire in modi diversi con gli oggetti) è in grado di attraversare gli specchi, spostandosi così da un luogo all’altro attraverso di essi. Le condizioni tecniche affinchè ciò possa avvenire sono due: oltre al punto di partenza, anche nel luogo di destinazione deve essere presente uno specchio, entrambi gli specchi che le consentono di “viaggiare” devono già conoscere il suo vero volto e il viaggio non può avvenire se la meta è eccessivamente distante dal luogo da cui si parte.
La scarsa propensione di Ofelia alla creazione di legami sociali, la sua rinomata goffaggine e i suoi ripetuti rifiuti alle proposte di matrimonio dei “cugini” animisti hanno fatto sì che si trovasse più a suo agio fra i libri che tra le persone.
È una ragazza che si accontenta di poco: tutto ciò che ha sempre conosciuto nella vita, infatti, non è altro che Anima, l’Arca sulla quale vive, e in particolare il museo nel quale lavora. 

Dopo la Lacerazione, del vecchio mondo non è rimasto altro che un nucleo centrale fatto di vulcani e perennemente colpito da fulmini, attorno al quale ruotano decine di Arche, isole che galleggiano nei cieli. Ogni Arca è governata da uno Spirito di Famiglia, esseri soprannaturali responsabili dei poteri degli abitanti della propria Arca. Per viaggiare da un’Arca all’altra il metodo più comune è attraverso dei dirigibili che si spostano sfruttando le correnti d’aria, ed è proprio su uno di essi che ben presto approda su Anima Thorn, un giovane abitante del Polo, promesso sposo di Ofelia. L’unione tra i due ragazzi è necessaria per motivi che inizieranno a delinearsi solo intorno alla fine del primo libro, ma non è di certo gradita ai due.
E soprattutto non a Ofelia, che si vede costretta ad abbandonare il clima mite e le vallate di Anima per trasferirsi per sempre nelle fredde giornate del Polo, Arca in cui si svolgeranno la maggior parte degli eventi narrati.

Qui Ofelia verrà messa sotto la tutela di Berenilde, affezionata zia di Thorn nonché uno dei personaggi meglio delineati della storia. 
Ed è sempre qui che scoprirà a sue spese l’esistenza delle diverse famiglie nobili che abitano il Polo, tra cui i Draghi (dotati di artigli invisibili e illusori che gli consentono di governare il pensiero altrui creando l’illusione di un dolore fisico), i Miraggi (che hanno il potere di creare illusioni visive, olfattive e tattili, grazie ai quali Città-Cielo, capitale del Polo, appare splendida nonostante sotto il miraggio si celi il marcio) e la Rete (i cui membri riescono a comunicare tra loro mediante il pensiero, rimanendo sempre connessi).
Quando Ofelia si vede costretta a trasferirsi dalla villa della zia Berenilde a Chiardiluna (casa dell’Ambasciatore, situata fuori dallo spazio e inaccessibile senza il consenso di quest’ultimo) sotto le mentite spoglie di un valletto la storia inizia a marciare in maniera molto più decisa e coinvolgente. 
Gli interrogativi sono molti, e primo fra tutti la necessità di scoprire perché proprio Ofelia è stata scelta per diventare la futura moglie di Thorn. Quest’ultimo è sicuramente un personaggio molto intrigante, ma la sua storia credo abbia ancora molto da offrirci: in questo primo libro, infatti, scopriamo ben poco di lui, nonostante alcune informazioni sulle sue origini e qualche scorcio nella sua infanzia inizino già a farcelo amare. Il rapporto con Ofelia non ha ancora avuto modo di sorgere pienamente, però sono già intuibili gli indizi di un legame destinato a diventare molto potente in futuro.


Come ogni primo capitolo di una saga fantasy, approcciarsi al libro iniziale richiede sempre una fase di assorbimento delle informazioni alla base del mondo di cui entriamo a far parte e un successivo assestamento di ciò che abbiamo scoperto. Assodato questo, Fidanzati dell’inverno mi ha piacevolmente catturata: a partire dal mondo magico ben caratterizzato, passando per i protagonisti, e concludendo con gli intrecci si tratta un mix di elementi che ben si sposano tra loro, dando vita a un fantasy da leggere assolutamente.

A questo punto, non mi resta che proseguire la lettura con il secondo libro della saga, Gli scomparsi di Chiardiluna.

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